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UN LIBRO PER CONVINCERE I BAMBINI AD INDOSSARE GLI OCCHIALI

i miei nuovi occhiali libro bambini

Per i bambini che non indossano gli occhiali:

anche voi potete vedere il mondo in modo diverso, basta osservare… con occhi diversi!

Vi accorgerete della differenza!

Partiamo dalla fine.
Questa è l’ultima frase del libro I MIEI NUOVI OCCHIALI scritto di Pimm Van Hest ed illustrato da Nynke Talsma, per le edizioni Clavis.

Anche Edoardo, il protagonista della storia, troverà infatti le risposte alle sue domande solamente alla fine, a cose fatte.
Questo libro, consigliato per bambini dai 5 anni in su, è particolarmente indicato per coloro che hanno scoperto di avere dei difetti della vista e dovranno, quindi, indossare gli occhiali… ma non solo!
Ad oggi, l’età media in cui si indossano i primi occhiali è scesa rispetto a un tempo; già a 3 anni molti bambini vengono sottoposti a visite oculistiche che permettono, quando necessario, interventi correttivi sull’occhio ancora in fase di assestamento.
A 5/6 anni poi, con l’inizio della scuola elementare, è possibile usufruire anche delle visite scolastiche gratuite e si è comunque ancora in tempo per la cura e/o correzione di molte problematiche visive, in quanto l’evoluzione dell’occhio di un bambino si completa in media intorno ai 10 anni.

Quindi bambini miopi, ipermetropi (l’Ipermetropia è uno dei difetti refrattivi -spesso congeniti- che si manifesta maggiormente tra gli under 14), astigmatici, presbiti o con la sindrome dell’occhio pigro (l’Ambliopia colpisce circa il 3% dei bambini con meno di 3 anni) leggete qua!

COME CAPIRE SE IL VOSTRO BAMBINO NON CI VEDE BENE?

Mamme e papà, aguzzate voi la vista anche per lui e state attenti ad alcuni piccoli gesti, che il piccolo compie durante la sua giornata, oppure alle problematiche che si trova a dover affrontare e che spesso possono essere un buon campanello d’allarme!

Se notate ad esempio:

  • un occhio storto o non allineato;
  • mal di testa frequente;
  • occhi spesso arrossati;
  • la testa sempre inclinata da un lato (seppure in modo lieve);
  • occhi più grandi o più piccoli della media;
  • palpebre che si strizzano per mettere a fuoco;
  • problemi nella distinzione dei colori;
  • problemi nell’imparare a leggere o nel vedere la lavagna in classe.

In questo caso sarebbe bene mettere in programma una visita oculistica, quantomeno per togliersi il pensiero.

I disturbi della vista hanno molte più possibilità di essere risolti se affrontati in tenera età, ma il problema rimane: “come convincere un bambino ad indossare gli occhiali da vista?”.

COME FAR ACCETTARE GLI OCCHIALI DA VISTA A UN BIMBO

Il grado di difficoltà nel far indossare degli occhiali a un bambino dipende molto anche dall’età: a bambini già più grandicelli dovrebbe essere relativamente semplice spiegare le motivazioni logiche che vi sono alla base, per i più piccoli, invece, non è certo così facile!
Ma, anche grazie al libro I MIEI NUOVI OCCHIALI,  se volete possiamo provarci insieme!

Le principali problematiche da affrontare quando un bambino deve indossare i suoi primi occhiali da vista -o perlomeno quelle più diffuse- sono:

  1. la paura di essere presi in giro;
  2. la scomodità;
  3. la fragilità dell’oggetto.

1. LA PAURA DEL BAMBINO DI ESSERE PRESO IN GIRO O ESCLUSO DAI COMPAGNI

Spesso la soluzione migliore per far sì che un bambino non sia preso in giro o -ancora peggio- vittima di bullismo è che sia lui il primo a non considerarlo possibile!
Una buona autostima e fiducia in se stessi aiutano sicuramente ad affrontare meglio le sentenze -spesso spietate- dei più piccoli.
Detto ciò, sfatiamo subito il mito che indossare gli occhiali debba essere associato a un accanimento sui libri (all’essere un “secchione”) o che debba comportare una limitazione a livello motorio e sportivo.
Dev’essere il genitore il primo a dare il buon esempio e ad insegnare in casa che i pregiudizi non sono mai sinonimo di saggezza.

Come aiutare il proprio figlio/a ad accettare ed amare il suo nuovo accessorio?
Sarà il bambino stesso, in breve tempo, il primo ad accorgersi di quanto gli occhiali siano importanti per lui, ma intanto possiamo dargli una mano concentrandoci sugli aspetti più puramente ludici!
Gli occhiali per i bambini possono facilmente tramutarsi in una maschera magica o essere associati a un superpotere come ad esempio la “super-vista”.
Esaltare le differenze fin di piccoli e non andare alla ricerca dell’omologazione è un bel passo avanti per distinguersi dalla massa!

2.COME SCEGLIERE OCCHIALI DA VISTA PER BAMBINI

Vi consiglio –non da oculista, ma da buon conoscitore della vita frenetica dei cuccioli– di:
-utilizzare le catenelle per gli occhiali (anche se magari non bellissime), queste permetteranno al bambino di potersi mettere anche a testa in giù o di sudare senza perdere gli occhiali o vederseli scivolare in fondo al naso, rischiando di farli cadere e quindi romperli;
-scegliere modelli di occhiali da vista per bambini che siano ergonomici;
assecondare al 100% i gusti del bambino nella scelta della nuova montatura (nel caso di occhiali da vista per bambine sarà più semplice);
-scegliere sempre lenti di qualità.

3.INSEGNARE AI BAMBINI LA CURA DELLE PROPRIE COSE

La fragilità, soprattutto delle lenti degli occhiali da vista, potrebbe avere un risvolto della medaglia per il bambino.
In fin dei conti, se un problema non può essere risolto (ed altrimenti non sarebbe tale) tanto vale farne un punto di forza! 😉
Potrebbe essere proprio questa, infatti, l’occasione buona per


Nel libro per bambini I MIEI NUOVI OCCHIALI Edoardo ci ricorda, con la semplicità candida che solo un bambino può avere, che c’è una grande differenza tra “guardare” e “vedere”.
Una volta indossati i suoi nuovi occhiali da vista -fino a quel momento tanto odiati- Edoardo si renderà, infatti, subito conto della differenza e di cosa significhi avere davvero la “super-vista”!
La scoperta di nuovi dettagli e particolari, finora ignorati, riporta immediatamente l’attenzione del lettore su ciò che davvero è importante, nella conseguente totale dimenticanza di ciò che, invece, si è posato sulla punta del proprio naso.

Un bel libro; istruttivo ma mai didascalico, semplice e deduttivo… Da leggere tutto d’un fiato!

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